William V. Wilson
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Benoise - Recensione "Summer Holidays & Folk Routine"

27/2/2012

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William Wilson è un cantautore siciliano che ha pubblicato negli scorsi mesi il suo secondo ep (“Summer Holidays & Folk Routine”).
Il genere proposto è una sapiente miscela composta da electro-rock e folk, il tutto condito con atmosfere cupe ed un grande gusto per la letteratura (in particolare Edgar Allan Poe).

Nei sette pezzi proposti prevale leggermente l’anima acustica, anche se non mancano pezzi più orientati su suoni tipicamente electro, come nel caso dell’iniziale “Vita Ludus Est”, dove sono presenti fortissime influenze elettroniche che rendono il pezzo lontano parente degli ultimi NIN (quelli di “The Slip”, per intenderci). Verso metà brano fa la sua comparsa un synth veramente prorompente che riesce a rafforzare le già ricche trame messe in luce nella prima parte.
Questo pezzo fa coppia con quello di chiusura (“A Song for Allan”), dove le parti elettroniche sono altrettanto marcate, come mai in altre tracce dell’album.
Negli altri brani prevale il lato più folk; un caso su tutti è rappresentato da“Blank”. Si tratta di una bellissima ballata dove voce e chitarra disegnano una pregevole melodia sapientemente accompagnata da quegli archi che su pezzi del genere fanno sempre bella figura.

Altra nota di merito in questo pezzo è la riuscitissima variazione con flauto capace di rendere il brano ancora più particolare e armonico.
“Kissed” è invece la traccia dove le due anime presenti in questo disco sono presenti in egual misura e riescono a fondersi molto bene creando atmosfere dalle tinte scure.
Pregevole anche la cover di “Phantasmagoria in Two” del grande Tim Buckley. In essa il cantautore riesce a coniguare un’ottima esecuzione con un’interpretazione capace di smuovere le corde del nostro scorrere.
Nota a parte per la strumentale “By Night September Sky”, un pezzo in cui non è la chitarra a dominare la scena ma il piano. Di questa traccia poi è impossibile non apprezzare il fantastico lavoro svolto nell’arrangiamento degli archi.

Un lavoro da ascoltare nella propria cameretta in giornate di pura inquietudine interiore, anche se forse non adatto a tutti i palati. Questo disco, tuttavia, riesce a regalare emozioni fortissime e non è assolutamente poco.


- Marco Neri - 7,5

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