William V. Wilson
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Thumbnail: Uno Sguardo Su William Wilson

20/6/2013

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THUMBNAIL – Uno sguardo sul panorama indipendente italiano

Uno sguardo su WILLIAM WILSON

1. Chi sei, da dove vieni e che musica proponi.

Mi chiamo William (Wilson), sono nato a Scicli (RG), vivo a Floridia e lavoro a Siracusa.

Non mi piacciono le catalogazioni, ma direi che la mia musica si trova in bilico fra il folk e il pop.


2. Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te?

Istintivamente, anche a causa del mio spirito autocritico, direi di no. Però nel nostro bel paese i cantautori utilizzano tutti la lingua italiana e in Sicilia spesso anche il dialetto siculo, quindi la mia proposta potrebbe risultare interessante come diversivo, diciamo una voce fuori dal coro.

Questo non solo perché utilizzo la lingua inglese o quella francese nelle mie canzoni, ma anche perché la mia musica ha poco a che vedere con la tradizione italica. Quindi, in fin dei conti, direi che il panorama musicale italiano aveva ed ha bisogno anche di me, perché non dovrebbe?


3. Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al tuo sound?

Boris Vian, Bob Dylan, Johnny Cash, Tim Buckley, Nick Drake, Elliott Smith, Owen, Jeff Buckley, per citarne alcuni veramente importanti, per me e per la mia musica. Ma, ultimamente, mi sono reso conto di essere molto più attratto dalle cantautrici come Ella Jenkins, Billie Holiday, Joni Mitchell, Nina Simone…


4. Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta.

Io amo tutte le mie canzoni, chiaramente, ma se devo sceglierne una… vada per l'ultima che ho pubblicato, una cover, ovvero Strange Fruit, canzone scritta da Abel Meeropol e portata al successo da Billie Holiday nel 1939… Ecco il link per il download gratuito:

http://williamwilson.bandcamp.com/track/strange-fruit


5. Il disco che ti ha cambiato la vita.

Potrei elencarne centinaia, perché ogni disco, in qualche modo, mi cambia la vita. Però scelgo Grace di Jeff Buckley, perché è uno di quei dischi immortali, irripetibili e senza tempo, adatti ad ogni situazione. Uno di quei dischi che ti cambia la vita.


6. Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato.

Il mio live più bello, direi quello del 17 Maggio al Teatro Coppola di Catania, non tanto per la mia esibizione che non è stata eccellente, ma per il luogo e l'atmosfera che si respirava. Il peggiore, bè… Non saprei, tendo a eliminare dalla mia mente le esibizioni orribili e i locali nei quali non suonerò mai più. Non è bello fare nomi, comunque, perché io ho rispetto per il lavoro altrui, a differenza di altri.


7. Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove hai suonato o ascoltato concerti di altri.

Be', sicuramente un locale come Il Faro, a Catania, avrebbe dovuto essere sfruttato diversamente, soprattutto per esibizioni di band “originali”, non solo tribute band. Diciamo, più che altro, che c'è stato un problema di direzione artistica, ecco. Mentre un locale molto carino e intimo come il Buzz, a Siracusa, non lo vedo molto adatto ai concerti, soprattutto a causa di un'acustica pessima.


8.Le tre migliori band emergenti della tua regione.

The PepiBand (alt rock/indie rock, http://www.thepepiband.com),


Barbagallo (songwriter/folk/indie, http://barbagallo.bandcamp.com) e

Carmelo Amenta (cantautore/blues/folk, http://myspace.com/carmeloamenta).


9. Come seguirti, contattarti, scambiare pareri con te.

Sul mio sito, http://www.williamwilson.it, potrete trovare continui aggiornamenti e tutti i link per ascoltare/scaricare la mia musica tramite i più importanti digital stores (iTunes, Amazon…).

Potete seguirmi anche su facebook all'indirizzo http://www.facebook.com/WilliamWilsonMusic o su twitter: https://twitter.com/WilliamWilson81 e, infine, sul mio canale youtube: http://www.youtube.com/WilliamWilson28


10. La decima domanda, che mancava: “Fatti una domanda e datti una risposta”.

D: Usciremo dalla crisi?

R: No, mai. Noi siamo un popolo perennemente in crisi, soprattutto con noi stessi. Ed è questo che ci rende un grande popolo.


DORIANA TOZZI


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William Wilson Su Web Radio Rai

7/6/2012

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Da oggi è possibile scaricare il podcast della nostra intervista + live acustico del 1° Giugno su WR8 all'interno del programma "Kitchen" a cura di Sara Sanzi.

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Intervista Su Clap Bands Magazine

17/5/2011

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Il Folk di William Wilson
di Sisco Montalto


William Wilson, musicista sempre smanioso di sperimentare nuovi generi musicali, dopo anni e dopo numerosi progetti, album, ep, festival, ha trovato la sua dimensione ideale, quella del solista. Da un anno è uscito il suo primo album “Just For You Not Fo All”, contenente dieci tracce, interamente autoprodotte. Un folk con venature psichedeliche e dark. Un album molto interessante che vale proprio la pena di ascoltarlo..Ho conosciuto un pò meglio William:

-William, mi ha sorpreso molto la tua biografia, tanti progetti negli anni e tanti generi musicali, soprattutto  è presente il metal: come si arriva dal metal al folk-blues, a parte la naturale maturazione che ci può essere in un artista, e cosa hanno dato le esperienze passate al tuo attuale progetto?

"Dal Black Metal al Folk il passo è molto più breve di quanto si possa pensare. I due "generi" musicali hanno diverse caratteristiche comuni, soprattutto certi argomenti o tematiche all'interno delle liriche sono molto simili, basti pensare alla natura o al rapporto dell'uomo con essa. Le molteplici esperienze vissute negli anni precendenti di certo mi hanno dato la forza e la sicurezza necessarie per intraprendere un percorso tortuoso e avventuroso come quello solista, che di certo regala molte soddisfazioni ma anche sforzi maggiori."

-Parlami  di “Just For You Not For All”, album uscito nel 2010..

"Questo è un disco completamente incentrato sulla poesia e sulla melodia, un disco dark, con suoni e scelte stilistiche a volte sperimentali, soprattutto per quanto riguarda le registrazioni e i mix. Un disco che è nato con poche pretese, per essere soltanto un prodotto "acustico e voce", una sorta di libro sonoro, che vuole affermare la necessità di semplicità ma che in realtà è complicato da assimilare ad un primo ascolto."

- Da cosa è ispirato questo album e più in generale la tua musica?

"Senza dubbio tutti quei cantautori malinconici e introspettivi come Nick Drake ed Elliott Smith, ma anche e soprattutto persone vicine a me come Giuppy (la mia ragazza) e Giuseppe Forte che hanno sempre creduto in me e mi hanno sempre spronato e spinto ad andare avanti." 
- Boris Vian e Gregory Corso: come hanno "influenzano" la tua arte e cosa ha rappresentato per te la beat generation?

"In quegli anni si respirava un'aria di libertà artistica mai vista prima, testimoniata dagli scritti di Gregory Corso, William Borroughs, Allen Ginsberg, Jack Kerouack e compagnia...Ed è proprio questo lo spirito che  accompagna la mia creazione musicale, uno spirito totalmente avulso da regole o dettami specifici, ma totalmente llibero e aperto a nuove esperienze, proprio come i Poeti della Beat Generation...Boris Vian, più che per le sue opere poetiche, mi ha influenzato per la sua musica, essendo stato un Jazzista magari non eccelso, ma sicuramente di grande impatto sotto il profilo lirico (ad esempio, "Le Deserteur", canzone molto "divertente" ma di denuncia, che ha come tema la chiamata alle armi). L'arte musicale ha di certo influenzato quella poetica in Vian, che non scriveva soltanto poesie ma vere e proprie canzoni. La sua poesia è talmente sonora e musicale, da essere perfetta per crearne dolci melodie dark."

- Mi è piacuta l'idea del francese: perchè questa scelta?

"Ho sempre utilizzato l'inglese, come lingua principale, da 12 anni a questa parte, ho sempre scritto in Inglese e mi sono trovato bene e a mio agio. Francese, perché sentivo il bisogno di cantare le poesie di Boris Vian e non volevo snaturarle, ma esprimere ciò che lui voleva dire nella sua lingua originale. La lingua Italiana, oltre ad essere bellissima, è di gran lunga la più difficile da utilizzare, poiché sarebbe facile risultare banali o ripetitivi. Oltretutto, non credo di essere in grado di esprimermi al meglio in italiano, nonostante sia la mia lingua madre."

- Hai sempre fatto musica lontana da quella più prettamente italiana: che idea ti sei fatto della musica del nostro paese e pensi che ci si possa "imporre" in Italia con certi generi?

"In Italia la crisi economica ha intaccato notevolmente il mercato discografico, tanto che ormai chiunque preferisci far dischi casalinghi e autoprodursi, anche perché nessuno investe più sui giovani, e per forza di cose bisogna darsi da fare. La musica, da sempre, in Italia è messa in secondo piano rispetto a tutto il resto, e quindi non sarà una cosa semplice non solo imporsi, ma anche semplicemente avere la possibilità di esibirsi e ritagliarsi un piccolo spazio personale all'interno del marasma generale." - Ultima domanda: live in programma e progetti futuri?

"Sono fermo da un po' in realtà, sto sperimentando nuove soluzioni per i live. Sabato 30 Aprile, aprirò un concerto durante una manifestazione che si terrà nel "mio" paese, Floridia, in provincia di Siracusa, e questo sarà l'unico live in programma, almeno per adesso. Per il resto, la mia idea principale è sempre quella di esibirmi al di fuori dei confini regionali e magari nazionali, ma ci vogliono tempo libero, soldi e molta fortuna...infine sto lavorando al nuovo album."
- Grazie...a presto William!!

"Grazie a voi!"
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Video Intervista su CRM Happy Radio per Rock Revolution

13/2/2011

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Intervista su Shiver Webzine

31/1/2011

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Perseguitato da Edgar Allan Poe
di Alberto Minnella


William Wilson è un musicista siciliano. No. William Wilson è un cantautore siciliano. Mmm… William Wilson è un artista, prima di tutto, siciliano si, ma che culturalmente abbraccia l’intero linguaggio del mondo. Note, parole, letteratura… nel suo primo disco da solista c’è tutto. Siamo riusciti a beccarlo fra un concerto e un altro e ci ha gentilmente concesso una bella chiacchierata a tinte rosso sangue, come l’amore che racconta nel suo album.

Ciao William e grazie per averci prestato un po’ del tuo tempo. Cominciamo subito con qualche domanda di rito: chi è William Wilson?

“William Wilson è il “dark side” che ognuno di noi porta con sé, l’altra faccia della medaglia, il “doppio” che cerca di emergere dai meandri della mente umana. William Wilson sono io allo specchio che cerco di tirar fuori il marcio che alberga nelle mie viscere attraverso la musica, la melodia, l’armonia e la poesia”.

É difficile portare avanti la propria musica da soli, senza quel senso di famiglia che inevitabilmente si crea quando si fa parte di una band?

“Portare avanti la mia musica, da solo, è sempre stato uno dei miei obiettivi primari, ma esporsi in prima persona è sempre una sfida ad alto rischio. C’è il pericolo di essere poco efficaci, magari potrà apparire presuntuoso da parte mia, ma ho cercato di sfruttare ed innalzare la mia vocalità, detronando e scalzando “quel senso di famiglia” al quale ti riferivi, a discapito, magari, di un progetto d’insieme che avrebbe potuto soffocarla eccessivamente. Tornando alla domanda, è difficile portare avanti la propria musica da soli, ma le soddisfazioni e le gratificazioni sono decisamente maggiori, in caso di successo”.

So che il tuo disco sta andando discretamente bene.
Parlaci un po’ di “Just for you, not for all”

“Il disco dimostra tutta la sua presunzione e unicità sin dal titolo.
Io l’ho pensato realmente per pochi, ma in realtà c’è ben poco di pretenzioso.
L’idea di fondo era di raccogliere una manciata di poesie a me care e “musicarle”, ed in effetti così è stato, in parte, anche perché ho selezionato solo ed esclusivamente versi che di per sé  erano già musicali, melodici e armoniosi. Ciò, mi ha permesso di creare agevolmente melodie efficaci che potessero evocare tramite la mia voce gli spettri presenti nei versi di Gregory Corso e, soprattutto, di Boris Vian. “Just For You, Not For All” è una raccolta di poesie che, nel mio progetto primigenio, vogliono essere un omaggio alla vita e a ciò che la rende unica e realmente degna di essere vissuta: l’amore”.

La tua musica è fortemente ispirata alla letteratura. Una cosa non nuova, ma di sicuro poco consueta in un artista emergente. Pensi sia una fonte per te indispensabile per la realizzazione dei tuoi testi e delle atmosfere intime presenti nei tuoi lavori?

“La letteratura sarà sempre per me una fonte d’ispirazione potente. Parte tutto dal nome, William Wilson. Io non sono ossessionato da Edgar Allan Poe, è lui che mi tiene in ostaggio. Sono i suoi racconti, le sue storie surreali e nere, i suoi scorci di vita vissuta al limite, come nel racconto, appunto, William Wilson, nel quale Poe non fa altro che cercare un doppio col quale condividere il peso della sua esistenza, tanto pesante da ucciderlo, da uccidersi infine, allo specchio.
Io ho due gatti, uno si chiama Edgar, l’altro Allan. Non è un caso, non è voluto. Realmente questo maledetto scrittore americano mi ha rapito l’anima e adesso io voglio far rivivere i suoi fantasmi tramite la mia musica. Chiaramente, Poe non è l’unico scrittore che mi ispira, certo è il più evocativo e ammaliante, ma anche Howard Phillips Lovecraft, non a casa suo discepolo, Joseph Sheridan Le Fanu, altro “dark writer”, Charles Baudelaire, il primo a tradurre Poe in francese, Victor Hugo, Albert Camus, Michail Bulgakov, Fedor Dostoevskij, Charles Bukowski, William Burroughs, Gregory Corso, Arthur Schopenauer, Friedrich Nietzsche mi offrono  validissimi spunti creativi per le mie canzoni”.

In Italia si suona poco dal vivo, aumentano le autoproduzioni, e la stampa è sempre più disinteressata al mondo emergente. Pensi cambierà qualcosa in questo nuovo decennio?

“Credo sinceramente che è già tutto cambiato, anche troppo. Sarà complicato ritornare ad una “normalità discografica” da molti auspicata ma decisamente ardua da raggiungere. La libera fruibilità della musica, nonché l’emergere di numerose “home recordings”, ha praticamente distrutto il mercato discografico e la sua primitiva efficacia. Adesso, chiunque può registrare musica di qualità e scaricare tutto ciò che vuole, anche prima che un lavoro sia pubblicato ufficialmente.
Io non ho ancora capito del tutto se questo sia un bene o un male, anche se opterei più per la seconda ipotesi, ma è evidente che non si vendono più dischi, nemmeno durante quei pochi concerti che ogni artista indipendente fa fatica ad organizzare. Penso, in definitiva, che da qui al 2020 non cambierà nulla, almeno non in meglio, questo è certo. Ci saranno sempre più dischi in giro per il globo e sempre una minore qualità artistica”.

Progetti futuri?

“Sto lavorando al mio secondo lavoro solista e non è una cosa per niente semplice, soprattutto perché ho la seria intenzione di pubblicare un disco doppio, cosa che non farà di certo piacere a Paolo Messere. Dovrò dimostrare di avere degli ottimi argomenti per riuscire a convincere la Seahorse a immettere nel già saturo mercato discografico un lavoro così imponente. Il mio obiettivo sarebbe quello di incidere 9 canzoni interamente composte da me, che parlino dei miei ultimi 3 anni di vita molto intensi, durante i quali sono accadute molte cose, quasi tutte piacevoli e positive, e che andranno a finire sul CD numero 1. Per quanto riguarda il CD numero 2, le canzoni saranno sempre 9 (quindi 18 tracce in tutto), ma composte in questo modo: 3 poesie in lingua inglese, presumibilmente tutte di Edgar Allan Poe, 3 poesie in francese, quasi certamente di Charles Baudelaire, e 3 poesie in tedesco, la mia sfida più grande, con Georg Friedrich Philipp Freiherr von Hardenberg, in arte Novalis, in pole position. Il tutto, dovrebbe veder la luce entro la fine del 2011.

Adesso credo sia proprio tutto. Vi ho ammorbato abbastanza con le mie parole. Lasciamo spazio alla musica. Un ringraziamento ad Alberto Minnella e a tutto lo staff di Shiver Webzine per lo spazio concessomi”.
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Intervista su "Più Sicilia Informa"

26/12/2010

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Ecco la mia intervista sul numero di Dicembre del mensile
"Più Sicilia Informa", a cura di Alberto Minnella.
Clicca sull'immagine per leggerla o scaricarla in PDF.


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