THUMBNAIL – Uno sguardo sul panorama indipendente italiano Uno sguardo su WILLIAM WILSON 1. Chi sei, da dove vieni e che musica proponi. Mi chiamo William (Wilson), sono nato a Scicli (RG), vivo a Floridia e lavoro a Siracusa. Non mi piacciono le catalogazioni, ma direi che la mia musica si trova in bilico fra il folk e il pop. 2. Il panorama musicale italiano aveva bisogno di te? Istintivamente, anche a causa del mio spirito autocritico, direi di no. Però nel nostro bel paese i cantautori utilizzano tutti la lingua italiana e in Sicilia spesso anche il dialetto siculo, quindi la mia proposta potrebbe risultare interessante come diversivo, diciamo una voce fuori dal coro. Questo non solo perché utilizzo la lingua inglese o quella francese nelle mie canzoni, ma anche perché la mia musica ha poco a che vedere con la tradizione italica. Quindi, in fin dei conti, direi che il panorama musicale italiano aveva ed ha bisogno anche di me, perché non dovrebbe? 3. Se tu fossi una meta da raggiungere con il “navigatore musicale”, quali coordinate di artisti del passato o del presente dovremmo impostare, come strada da percorrere per arrivare al tuo sound? Boris Vian, Bob Dylan, Johnny Cash, Tim Buckley, Nick Drake, Elliott Smith, Owen, Jeff Buckley, per citarne alcuni veramente importanti, per me e per la mia musica. Ma, ultimamente, mi sono reso conto di essere molto più attratto dalle cantautrici come Ella Jenkins, Billie Holiday, Joni Mitchell, Nina Simone… 4. Il brano del tuo repertorio che preferisci e perché questa scelta. Io amo tutte le mie canzoni, chiaramente, ma se devo sceglierne una… vada per l'ultima che ho pubblicato, una cover, ovvero Strange Fruit, canzone scritta da Abel Meeropol e portata al successo da Billie Holiday nel 1939… Ecco il link per il download gratuito: http://williamwilson.bandcamp.com/track/strange-fruit 5. Il disco che ti ha cambiato la vita. Potrei elencarne centinaia, perché ogni disco, in qualche modo, mi cambia la vita. Però scelgo Grace di Jeff Buckley, perché è uno di quei dischi immortali, irripetibili e senza tempo, adatti ad ogni situazione. Uno di quei dischi che ti cambia la vita. 6. Il tuo live più bello e quello invece peggio organizzato. Il mio live più bello, direi quello del 17 Maggio al Teatro Coppola di Catania, non tanto per la mia esibizione che non è stata eccellente, ma per il luogo e l'atmosfera che si respirava. Il peggiore, bè… Non saprei, tendo a eliminare dalla mia mente le esibizioni orribili e i locali nei quali non suonerò mai più. Non è bello fare nomi, comunque, perché io ho rispetto per il lavoro altrui, a differenza di altri. 7. Il locale di musica dal vivo secondo te ancora troppo sottovalutato e, al contrario, quello eccessivamente valutato tra quelli dove hai suonato o ascoltato concerti di altri. Be', sicuramente un locale come Il Faro, a Catania, avrebbe dovuto essere sfruttato diversamente, soprattutto per esibizioni di band “originali”, non solo tribute band. Diciamo, più che altro, che c'è stato un problema di direzione artistica, ecco. Mentre un locale molto carino e intimo come il Buzz, a Siracusa, non lo vedo molto adatto ai concerti, soprattutto a causa di un'acustica pessima. 8.Le tre migliori band emergenti della tua regione. The PepiBand (alt rock/indie rock, http://www.thepepiband.com), Barbagallo (songwriter/folk/indie, http://barbagallo.bandcamp.com) e Carmelo Amenta (cantautore/blues/folk, http://myspace.com/carmeloamenta). 9. Come seguirti, contattarti, scambiare pareri con te. Sul mio sito, http://www.williamwilson.it, potrete trovare continui aggiornamenti e tutti i link per ascoltare/scaricare la mia musica tramite i più importanti digital stores (iTunes, Amazon…). Potete seguirmi anche su facebook all'indirizzo http://www.facebook.com/WilliamWilsonMusic o su twitter: https://twitter.com/WilliamWilson81 e, infine, sul mio canale youtube: http://www.youtube.com/WilliamWilson28 10. La decima domanda, che mancava: “Fatti una domanda e datti una risposta”. D: Usciremo dalla crisi? R: No, mai. Noi siamo un popolo perennemente in crisi, soprattutto con noi stessi. Ed è questo che ci rende un grande popolo. DORIANA TOZZI Leave a Reply. |
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