In “Blank” la sua voce è bella calda con note basse sensuali. Tema musicale da film in “By Night” con la bellissima introduzione del pianoforte, un inno all'amore! Intenso, intimista, il suo album è un capolavoro di orchestrazioni splendidamente eseguite. E' un piacere l'ascolto e spero di sentirne presto parlare e non escluderei panorami esteri per questo bravo e accattivante artista. - Tiziana Tesio - 8/10 Dopo aver ascoltato il nuovo Ep di William Wilson ti chiedi se quello che stai ascoltando sia la stessa persona che lo scorso anno aveva pubblicato l’album Just for you, not for all. No perchè a me qualche dubbio è venuto se non fosse però che la voce del buon William è la stessa che si sente ascoltando i due dischi. Allora dove bisogna cercare le differenze? Naturalmente nella struttura e composizione dei brani: quelli del primo album erano scarni scorci acustici privi di qualsiasi contorno musicale che non rientrasse nella sei corde e nella sola voce del Wilson il quale si era immedesimato nella figura del cantore maudit (non per niente nel nome in cui si è rifugiato il musicista siciliano c’è un chiaro omaggio ad un personaggio partorito dalla penna di Edgar Allan Poe). Ora invece in questo nuovo ep, Summer Holidays, le cose cambiano e William “scopre” il rock contaminato da una lamina elettronica, ne è un esempio la traccia posta in apertura, “Vita Ludus Est”, distante anni luce dal Wilson che abbiamo conosciuto. Ma non è un episodio isolato perchè anche il pezzo che va a chiudere il disco, “A Song For Allan”, pesca direttamente da certi beats di matrice Radioheadiana (vedi alla voce “Idioteque”) adattati sulla bella voce del musicista la quale crea un pregevole momento di indie-tronica che non sfigurerebbe nella scaletta di un dj-set (magari proprio quello di Thom Yorke). Tutto intorno ci sono orchestrazioni cinematografiche (“Blank”), pulsioni sinuose incrociando il suono acquatico degli A Perfect Circle con il cantato di Matthew Bellamy dei Muse (“Kissed”) e viaggi solitari e crepuscolari nella strumentale “…By Night”. William Wilson si concede anche due cover: la prima è “Phantasmagoria in Two”, canzone del suo amato Tim Buckley, peraltro già omaggiato nel precedente album con “Song to the Siren”. L’altra invece è “I Like Fasolino” dei conterranei The Pepi Band. Sette tracce nelle quali si scova un nuovo William Wilson, che personalmente apprezzo molto di più rispetto al passato, che sveste i panni da cantautore “folk” per ricoprirsi di nuovi e luccicanti desideri sonori. Che William sia riuscito definitivamente a staccarsi dalla schiena il dannato fantasma di Poe a colpi di beats e fecondi arrangiamenti? Lo scoprirò solo con l’arrivo del secondo full lenght... - Antonio Capone - Un errore ricorrente in cui spesso si cade è quello di concentrare le proprie ricerche musicali a chilometri di distanza dal nostro spazio geografico. Certo, l’evoluzione digitale ha permesso la diffusione di una moltitudine indefinita di band e musicisti vari ma spesso in questo mare magnum si corre il rischio di perdere ciò che sta sotto i nostri occhi. Si corre il rischio di perdere artisti come William Wilson, cantautore indie-folk (sì lo so che è una definizione limitante ma necessaria) siracusano giunto alla sua seconda prova. Premessa dovuta: se siete stati mollati, se amate essere tristi o se la dinastia Buckley non è di vostro gradimento, vi raccomando di maneggiare con cura le sette tracce presenti. “Summer holidays & folk routine” arriva ad un anno di distanza dal precedente “just for you not for all” ed è un lavoro da ascoltare in totale solitudine, non prima delle due del mattino e magari pure dopo un bell’esame di coscienza. Se nel primo lavoro tutto (o quasi) ruotava intorno alla voce ed alla chitarra di Wilson, “Summer holidays & folk routine” può vantare l’aggiunta di nuovi elementi e di nuovi collaboratori, primo fra tutti Valerio “uomo tutto-fare” Zappulla. Violini, piano, mellotron e qualsiasi altro suono musicalmente malleabile, accompagnano i brani di questo ep che già da subito si può definire un piccolo capolavoro. Ma procediamo con ordine. “Vita ludus est” ha l’agognato compito d’apertura: immaginate pure reason revolution e nine inch nails che durante una jam session mettono in musica il testo della “canzone di Bacco” di Lorenzo De Medici ed il gioco è fatto. “Take it easy man, life is just a game”. Adesso, prendete il sound massiccio di questo primo brano e gettatelo via. Se avete letto la premessa, vi consiglio di metterla in atto perché “Blank” è un brano che si aggrappa alle vostre inquietudini e non le molla più. Noncurante di chi siete e di cosa avete fatto, per quattro minuti circa, fa di voi quello che vuole per poi lasciarvi un po’ di tregua gettandovi nella traccia successiva: “Kissed”. A tratti quasi psichedelica, la terza traccia di “Summer holidays & folk routine” ha l’ingrato compito di accompagnarvi per mano a quella che sarà il brano “lacrima facile” dell’ep, “By night (september sky)”. Prendete i fazzoletti e preparatevi all’ascolto. Se prima le vostre inquietudini avevano solo fatto capolino, con questo pezzo strumentale hanno libero sfogo: intenso, commovente, liberatorio. Spero vivamente che siate riusciti a sopravvivere e che possiate godere appieno la cover di “Phantasmagoria in two” di Tim Buckley. Non farlo sarebbe davvero un peccato. Onde evitare sgradevoli ed inutili giri di parole vi azzardo subito la mia ipotesi: questa versione supera l’originale. Adesso, se appartenete alla categoria “i mostri sacri del rock non si sfiorano” e volete linciarmi, contattatemi e vi lascerò i miei dati in privata sede. Nel frattempo continuo il mio ascolto e giungo alla penultima traccia: “I like fasolino”, brano originariamente appartenente a the pepi band ma che in questo ep risplende di una luce decisamente migliore. Melanconico e vagamente pop è uno di quei brani che vi fa venire voglia di innamorarvi quindi fate attenzione a chi avete vicino quando lo ascoltate. “A song for Allan” chiude il cerchio di contaminazioni musicali che si era aperto con la prima traccia dell’album e con la sua durata di un minuto e mezzo circa, vi saluta in tutta fretta. Una montagna russa in cui trovare il coraggio di salire e gettare le proprie emozioni ecco cos’è il nuovo lavoro di William Wilson, un’opera in cui poesia ed amore per l’arte si fondono per ricordare all’ascoltatore di turno che certe regole di mercato sono totalmente inutili ai fini di un’ottima riuscita musicale. “La bellezza salverà il mondo” diceva Dostoevskij ed è ascoltando simili piccoli capolavori che realizzi pienamente il significato di certe parole. - Caterina Mauro - |
News
Tutto
Archives
Febbraio 2017
|