Un errore ricorrente in cui spesso si cade è quello di concentrare le proprie ricerche musicali a chilometri di distanza dal nostro spazio geografico. Certo, l’evoluzione digitale ha permesso la diffusione di una moltitudine indefinita di band e musicisti vari ma spesso in questo mare magnum si corre il rischio di perdere ciò che sta sotto i nostri occhi. Si corre il rischio di perdere artisti come William Wilson, cantautore indie-folk (sì lo so che è una definizione limitante ma necessaria) siracusano giunto alla sua seconda prova. Premessa dovuta: se siete stati mollati, se amate essere tristi o se la dinastia Buckley non è di vostro gradimento, vi raccomando di maneggiare con cura le sette tracce presenti. “Summer holidays & folk routine” arriva ad un anno di distanza dal precedente “just for you not for all” ed è un lavoro da ascoltare in totale solitudine, non prima delle due del mattino e magari pure dopo un bell’esame di coscienza. Se nel primo lavoro tutto (o quasi) ruotava intorno alla voce ed alla chitarra di Wilson, “Summer holidays & folk routine” può vantare l’aggiunta di nuovi elementi e di nuovi collaboratori, primo fra tutti Valerio “uomo tutto-fare” Zappulla. Violini, piano, mellotron e qualsiasi altro suono musicalmente malleabile, accompagnano i brani di questo ep che già da subito si può definire un piccolo capolavoro. Ma procediamo con ordine. “Vita ludus est” ha l’agognato compito d’apertura: immaginate pure reason revolution e nine inch nails che durante una jam session mettono in musica il testo della “canzone di Bacco” di Lorenzo De Medici ed il gioco è fatto. “Take it easy man, life is just a game”. Adesso, prendete il sound massiccio di questo primo brano e gettatelo via. Se avete letto la premessa, vi consiglio di metterla in atto perché “Blank” è un brano che si aggrappa alle vostre inquietudini e non le molla più. Noncurante di chi siete e di cosa avete fatto, per quattro minuti circa, fa di voi quello che vuole per poi lasciarvi un po’ di tregua gettandovi nella traccia successiva: “Kissed”. A tratti quasi psichedelica, la terza traccia di “Summer holidays & folk routine” ha l’ingrato compito di accompagnarvi per mano a quella che sarà il brano “lacrima facile” dell’ep, “By night (september sky)”. Prendete i fazzoletti e preparatevi all’ascolto. Se prima le vostre inquietudini avevano solo fatto capolino, con questo pezzo strumentale hanno libero sfogo: intenso, commovente, liberatorio. Spero vivamente che siate riusciti a sopravvivere e che possiate godere appieno la cover di “Phantasmagoria in two” di Tim Buckley. Non farlo sarebbe davvero un peccato. Onde evitare sgradevoli ed inutili giri di parole vi azzardo subito la mia ipotesi: questa versione supera l’originale. Adesso, se appartenete alla categoria “i mostri sacri del rock non si sfiorano” e volete linciarmi, contattatemi e vi lascerò i miei dati in privata sede. Nel frattempo continuo il mio ascolto e giungo alla penultima traccia: “I like fasolino”, brano originariamente appartenente a the pepi band ma che in questo ep risplende di una luce decisamente migliore. Melanconico e vagamente pop è uno di quei brani che vi fa venire voglia di innamorarvi quindi fate attenzione a chi avete vicino quando lo ascoltate. “A song for Allan” chiude il cerchio di contaminazioni musicali che si era aperto con la prima traccia dell’album e con la sua durata di un minuto e mezzo circa, vi saluta in tutta fretta. Una montagna russa in cui trovare il coraggio di salire e gettare le proprie emozioni ecco cos’è il nuovo lavoro di William Wilson, un’opera in cui poesia ed amore per l’arte si fondono per ricordare all’ascoltatore di turno che certe regole di mercato sono totalmente inutili ai fini di un’ottima riuscita musicale. “La bellezza salverà il mondo” diceva Dostoevskij ed è ascoltando simili piccoli capolavori che realizzi pienamente il significato di certe parole. - Caterina Mauro - Leave a Reply. |
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Febbraio 2017
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