William V. Wilson
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Shiver Webzine - Recensione "Summer Holidays & Folk Routine" (EP, 2011)

16/10/2011

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Dopo aver ascoltato il nuovo Ep di William Wilson ti chiedi se quello che stai ascoltando sia la stessa persona che lo scorso anno aveva pubblicato l’album
Just for you, not for all.


No perchè a me qualche dubbio è venuto se non fosse però che la voce del buon William è la stessa che si sente ascoltando i due dischi. Allora dove bisogna cercare le differenze? Naturalmente nella struttura e composizione dei brani: quelli del primo album erano scarni scorci acustici privi di qualsiasi contorno musicale che non rientrasse nella sei corde e nella sola voce del Wilson il quale si era immedesimato nella figura del cantore maudit (non per niente nel nome in cui si è rifugiato il musicista siciliano c’è un chiaro omaggio ad un personaggio partorito dalla penna di Edgar Allan Poe). Ora invece in questo nuovo ep, Summer Holidays,  le cose cambiano e William “scopre” il rock contaminato da una lamina elettronica, ne è un esempio la traccia posta in apertura, “Vita Ludus Est”, distante anni luce dal Wilson che abbiamo conosciuto. Ma non è un episodio isolato  perchè anche il pezzo che va a chiudere il disco, “A Song For Allan”, pesca direttamente da certi beats di matrice Radioheadiana (vedi alla voce “Idioteque”) adattati sulla bella voce del musicista la quale crea un pregevole momento di indie-tronica che non sfigurerebbe nella scaletta di un dj-set (magari proprio quello di Thom Yorke). Tutto intorno ci sono orchestrazioni cinematografiche (“Blank”), pulsioni sinuose incrociando il suono acquatico degli A Perfect Circle con il cantato di Matthew Bellamy dei  Muse (“Kissed”) e viaggi solitari e crepuscolari nella strumentale “…By Night”. William Wilson si concede anche due cover: la prima è “Phantasmagoria in Two”, canzone del suo amato Tim Buckley, peraltro già omaggiato nel precedente album con “Song to the Siren”. L’altra invece è “I Like Fasolino” dei conterranei The Pepi Band.

Sette tracce nelle quali si scova un nuovo William Wilson, che personalmente apprezzo molto di più rispetto al passato, che sveste i panni da cantautore “folk” per ricoprirsi di nuovi e luccicanti desideri sonori.  Che William sia riuscito definitivamente a staccarsi dalla schiena il dannato fantasma di Poe a colpi di beats e fecondi arrangiamenti? Lo scoprirò solo con l’arrivo del secondo full lenght...

- Antonio Capone -


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