Deve essersi divertito molto il nostro conterraneo Wilson a incidere questo disco nato inizialmente come "unplugged" ma poi arricchito di accenni psichedelici semi-elettrici e intriso di umori dark. E' questo che traspare dall'ascolto, che si fa forte di una magistrale perla come l'interpretazione di Incurable dei Piano Magic (acustica, superiore all'originale), la messa in musica di un paio di poemi di Gregory Corso (l'accoppiata out-folk The Wreck Of The Nordling e Song) e la cover di Song To The Siren di Tim Buckley. Anche quando William fa tutto da solo - spessp rifugiandosi nella lingua francese e dipingendo bozzetti speziati di mediterraneità (Pourquoi Que Je Vis, Y A Du Soleil Dans La Rue, Je Veux Une Vie En Forme D'Arete) - il livello non cala. Ironico e con una voce pulita e incisiva (le ballate inclinate Wonderful Nightmare e Red Iron Man), Wilson si dimostra - con la semplicità che lo contraddistingue - un cantautore da tenere d'occhio. - Riccardo Bandiera - 7/10 Leave a Reply. |
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Febbraio 2017
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