C’è molta carne al fuoco nella produzione “fatta in casa” dal siciliano di Siracusa William Wilson. Un nome d’arte preso direttamente dalla foschia della letteratura di Poe, poesia e citazioni (Boris Vian + Gregory Corso), un cantato a dividersi tra inglese e francese, una cover dei Piano Magic (recenti) di ‘Incurable’, un amore debitore verso l’inarrivabile Tim Buckley omaggiato con la leggendaria ‘Song To The Siren’, ambizioni e coraggio. Il risultato, seppur encomiabile, non incide, non lascia il segno, scorrendo via purtroppo con la pericolosa ed incombente ombra della noia. Pensato troppo “alto” e riuscito troppo “innaturale”. La seconda parte si fa comunque preferire alla prima. - Emanuele Tamagnini - Leave a Reply. |
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Febbraio 2017
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